Non si ferma lo stillicidio di violenze tra i giovani, specie in rete. Si intervenga nelle scuole.
“Bullismo, un fenomeno conosciuto da sempre che purtroppo, nella nostra società sta assumendo dimensioni inimmaginabili. Ci troviamo di fronte, ogni giorno che passa, ad atti di sopruso commessi da ragazzi e ragazze verso i loro coetanei, in un crescendo di crudeltà e certo, occorre fare qualcosa”. Lo dichiara il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato che spiega: “Nonostante ci sia la continua attenzione dei media sull’argomento e la letteratura scientifica abbondi di studi e analisi, non si è ancora arrivati a capire quali strumenti adottare per fermare le manifestazioni di intolleranza. E sempre più il bullismo in rete viene a completare un quadro già di per sé drammatico”.
Il contesto, come sostiene Maritato, è caratterizzato da un complesso di cause: “Si tratta del coinvolgimento di vari soggetti, attori e scenari che vanno dall’autore dei soprusi alle vittime, fino a coinvolgere le famiglie e perfino la scuola. Per questo – consiglia il presidente – suggeriamo alle istituzioni di porre subito rimedio, tra cui per prima cosa è assicurare la presenza dello psicologo negli istituti di istruzione, luogo in cui vengono registrati quotidianamente disagio e ansia dei giovani, specie dopo l’isolamento da Covid”.