Su 593 impianti, soltanto 52 sono a revisione obbligatoria per quest’anno. Difficile accesso ai treni
“Metro A, B, in misura minore la C, poi il caos delle ferrovie regionali Roma-Lido e Roma-Viterbo, sono uno dei più grandi problemi dei cittadini non solo per i ritardi, l’affollamento, le vetture carenti e i disagi del viaggio.
Un altro elemento di preoccupazione, specie per le persone più fragili, è costituito dalla condizione delle scale mobili e ascensori nelle stazioni, molti dei quali fuori servizio, che scontano anni e anni di mancata manutenzione periodica, che sarebbe stata obbligatoria”. Lo dichiara il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato che aggiunge: “Non è infrequente assistere a scene drammatiche né vedere sui giornali immagini della vigilanza privata che aiuta invalidi impossibilitati ad accedere ai vagoni prendendoli in braccio: una vera vergogna”. Tra i 593 impianti tra cui scale mobili, ascensori, servoscala, gli interventi programmati quest’anno sono solo 52, perché non è possibile superare il tetto di spesa già assegnato, causa scarsità di risorse in bilancio. “Una volta ultimati i lavori – continua Maritato – prima del ripristino è necessario il collaudo da parte dell’Ansfisa, l’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali: un iter complesso che, a volte, incide sulla tabella di marcia. L’eccessiva burocratizzazione che si estende anche alle pratiche tecniche non è ammissibile. Non vorremmo trovarci alle soglie del Giubileo con impianti ancora fatiscenti, con il disagio delle persone invalide o sofferenti, a cui verrebbe negato il diritto alla mobilità”, chiosa il presidente.