Oggi cerchiamo di analizzare una delle figure più in voga in questo periodo, ossia il personal trainer.
Ci siamo recati alla palestra Mister Gym di Roma, una delle più importanti di Roma e nella quale si formano diversi campioni di bodybuilding e pugilato.
Abbiamo incontrato Gianfranco Apuzzo, un personal trainer che lavora da qualche anno proprio qui.
MARTINA: Buongiorno Gianfranco , da quanti anni sei un personal trainer ?
GIANFRANCO: Buongiorno, quest’anno è il trentesimo, trenta anni tra il ferro e il sudore, in realtà io sono un life coach, che è qualcosa di più complesso.
MARTINA: Oddio non conoscevo questa figura, mi spieghi la differenza ?
GIANFRANCO: Certo, un personal trainer si occupa della tua fisicità, del tuo benessere fisico, dal quale poi chiaramente deriva anche quello psicologico; il Life coach si occupa molto di più della tua vita, entra, sempre con il permesso del cliente, nella sua vita a 360º, entra nella sfera emotiva, affettiva, sentimentale.
MARTINA: Bella vita quella del personal trainer?
GIANFRANCO: Sarei un ipocrita nel dirti che non è bella, certo dalla mattino presto alla sera tardi – orari per correre dietro agli appuntamenti in palestra e nelle case – richiedono zero fatica fisica ma la soglia dell’attenzione non deve mai scemare, perché con i pesi è un attimo a farsi male , si fatica solo quando ci si allena, con un regime alimentare pulito per almeno sei giorni alla settimana, no alcol , no fumo, e la mia ragazza . –
MARTINA: La tua ragazza? A proposito di ragazze cosa ci racconti?
GIANFRANCO: Tante , tante belle che ti girano intorno , ma sai ad un certo punto, parlo per me chiaramente, è come se fossi un pittore, bellissime donne da dipingere, in questo caso migliorare ulteriormente o mantenere il loro aspetto nulla di più , e poi mi sembra un pochino banale il cliché dell’ istruttore fico. Anche perché se ci provi con ogni ragazza , si sparge la voce e non lavori più . Io poi ho la mia ragazza che mi fa stare benissimo e se stai bene con una persona e non hai più vent’anni, non vai a cercarne un altra.
MARTINA: Sì d’accordo ma, si sa che il personal è una di quelle figure , come l’istruttore di ippica, di tennis, di nuoto, che provocano un certo non so che nelle donne , o no?
GIANFRANCO: quello che dici è vero , negli uomini, la poliziotta, l’infermiera, sono altresì figure che stimolano l’eros in maniera particolare, per quanto mi riguarda il discorso è più complesso , non è il metro e novanta, gli occhi azzurri, o i muscoli a stimolare tanto la donna, piuttosto è un feeling erotico che si stabilisce tra l’educatore e l’educando. Una sottile linea erotica che già nell’antica Grecia faceva sì che l’alunno più bravo venisse carezzato dalle attenzioni del maestro, se ci pensi bene tu a scuola imparavi meglio o più volentieri dagli insegnanti che ti mettevano di più a tuo agio.
MARTINA: Che studi ha fatto Gianfranco per usare tanta filosofia ?
GIANFRANCO: Sono quasi e sottolineo quasi – sorride – laureato in pedagogia , poi mi sono specializzato però con la federazione più importante ( al tempo ) di bodybuilding, la IFBB quella di Arnold per intenderci, che è Schwarzenegger, il più grande campione almeno fino adesso mai esistito. Sono anche esperto in alimentazione e terapista shiatsu .
MARTINA: Hai una tipologia di cliente che preferisci allenare ?
GIANFRANCO: Sì, amo le sfide, quindi preferisco persone che hanno bisogno non solo di supporto per il loro fisico ma anche per la loro interiorità , per esempio, adolescenti che non possono essere seguiti dai genitori o uomini che hanno interrotto relazioni sentimentali importanti e vogliono rivalutare la loro vita.
MARTINA: Preferisci seguire di più le donne o gli uomini ?
GIANFRANCO: Entrambi hanno pro e contro, le donne danno più soddisfazione , apprendono più velocemente e ti danno più fiducia, ma di contro c’è sempre il pericolo di cui parlavamo prima, ossia che si tenti di andare oltre il normale rapporto allenatore – allievo . Gli uomini sono più accattivanti, più complici, ma tendono a dare meno fiducia, diciamo che l’ego maschile a volte la fa da padrone.
MARTINA: Perché si diventa personal trainer ?
GIANFRANCO: Perché ad un certo punto, ti rendi conto che la tua vita, ha uno stile ben definito, non puoi più fare a meno dell’allenamento, e inizi a studiare la fisiologia, e l’alimentazione, e così come per magia, in un attimo la tua passione la fai divenire lavoro.
MARTINA: Gianfranco sei a favore dell’uso di sostanze dopanti ?
GIANFRANCO: Il discorso è complesso , sai , rispetto chi lo fa ma non condivido, voglio dire, se ti fai steroidi per andare al mare, rischi la vita per nulla, se lo fai perché hai scelto un percorso da atleta e partecipi agonisticamente alle gare, allora posso capire che il rischio valga un pochino, perché se diventi un campione, si aprono le porte del cinema, della pubblicità e ne puoi ricavare soldi per vivere.
MARTINA: Pensi che sia una professione che si può fare per tutta la vita o soltanto quando si è giovani e prestanti ?
GIANFRANCO: Visto il l’innalzamento della aspettativa di vita , si ha più esigenza di avere una buona forma fisica anche in età matura, così l’esempio di un istruttore che sia un pari età e sia in buona forma fisica, porta la professione a non avere flessioni o stop.
MARTINA: Un consiglio a chi vuole intraprendere questa professione ?
GIANFRANCO: Oggi bisogna tenere presente che la laurea in scienze motorie, non è una sufficiente garanzia di preparazione ,se la si richiede esclusivamente, si penalizza chi studia con federazioni apposite e chi ha alle spalle anni di esperienza. Sapere allenare e seguire nella sala pesi chi si allena non vuol dire solo conoscere anatomia, biomeccanica e fisiologia, vuol dire anche conoscere la psicologia di chi si allena, sapere come aiutare un atleta che sulla panca dei pettorali sta tirando sù duecento chili o alzando uno squat di trecento chili, e tutto questo se non sei allenato ( ma sei laureato ) , se non hai la tecnica e l’esperienza per farlo, diviene difficile .
MARTINA: D’accordo Gianfranco vengo ad iscrivermi domani così potrò mangiare di più .
GIANFRANCO: L’ottanta percento della palestra si svolge a tavola .
Ci guardiamo e ridiamo entrambi.